Patrizia Bonardi

Patrizia Bonardi

 

Fiori migranti

2015 video 15 min

residence project

at Valico Terminus

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I fiori degli appennini aprono e conducono il discorso per prepararci al rituale di riconciliazione verso i migranti dei mari e dei monti. Quelli che ora vivono sui monti degli appennini tosco-emiliani si raccontano, rivedendo se stessi negli sbarchi di oggi. Parla Latif che a fine anni '90, dalla Macedonia a 16 anni di notte viaggia da Durazzo a Brindisi, stipato su un'imbarcazione che inverosimilmente porta 40 persone. Ioana non ha viaggiato per mare e nemmeno la sua mamma che lasciando lei e sua sorella in Romania da parenti, non ha potuto dare notizie di sé per quasi un mese. Ora vivono e lavorano da anni in montagna, quella montagna che ha sempre visto gente emigrare per trovare migliori condizioni di vita e che oggi ha accolto e grazie a territori immensi e scarsamente abitati ha il potenziale di accogliere, nuovi immigrati che vogliano cimentarsi con i frutti della sua terra. Nel video l'ex sindaco di Ramiseto ce lo ricorda, interagendo con l'installazione "mare prigione" che fa da sfondo anche al canto blues di una giovane ramisetana.

Su quelle morti si alza una voce come venisse da un tempo sospeso, eterno, mentre nel lago Calamone si compie il rito dell'accoglienza. Sulle acque crepuscolari del lago, si vede in lontananza una presenza che galleggia fra terra e cielo e che ricorda, in miniatura, un'imbarcazione costipata di povera gente. Avvicinandosi a riva, le mani la accolgono e la ri-accolgono: è solo una piccola zattera che porta su di se minuti fiori uniti gli uni agli altri, fatti di bende intinte nella cera d'api. Le lunarie, dai colori delle cere naturali, circondano i fiori indicando la solidarietà come frutto magico che la natura umana può generare.

 
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